Il rilancio del
Made in Italy
Partì tutto da una data: 17 Novembre 2019.
Potrebbe essere l’incipit di un film o di un racconto fatto da qualcuno ai propri nipoti, il succo sarà sempre lo stesso: da quel giorno, il mondo non è più stato lo stesso.
La pandemia causata dal Coronarivus (Covid-19) ha infatti completamente cambiato le nostre abitudini.
I deficit economici che hanno investito l’economia mondiale hanno riscritto alcune regole del mercato e hanno di fatto costretto Stati e governi ad attuare una politica interventista farcendo l’economia nazionale di bonus e agevolazioni fiscali.Per questa ragione, anche in Italia, una delle nazioni più colpite dalla pandemia, siamo incappati nel tanto discusso “decreto rilancio”, testo unico in materia di bonus ed ecobonus.
Tale decreto ha l’obiettivo di rilanciare il lavoro, in ogni suo campo, e di conseguenza aiutare gli italiani che, per la chiusura delle attività, hanno visto volatilizzare i propri risparmi.
In questi mesi difficili tuttavia abbiamo assistito alla rinascita di un sentimento importante e purtroppo spesso sottovalutato: il Made in Italy.
Gli italiani, infatti, sensibilizzati dall’opinione pubblica, hanno spostato il proprio raggio di consumi per abbracciare e riscoprire tutti quei prodotti che sono sempre stati considerati orgoglio nazionale ed esponenti di prima classe del Made in Italy.
A seguito d’indagini fatte da alcune società specializzate in ricerche di mercato, si è visto come l’82% degli italiani ha considerato importante acquistare prodotti locali, soprattutto a fronte dell’emergenza Covid-19.
Forse, per la prima volta nella storia, il popolo italiano ha visto chiaramente il rischio di arretramento del paese e si è sentito chiamato in causa.
Da questa sensibilità è poi nata la volontà di cercare di movimentare il mercato interno.
Soprattutto nella fase 2 del lockdown si è registrato un aumento di vendita dei prodotti che portavano in etichetta il marchio “100% italiano”.
Nonostante l’aumento di prezzi di alcuni prodotti, alcuni studi dimostrano che gli italiani oggi sono disposti a pagare qualche euro in più per i prodotti di provenienza tricolore.
Una situazione che ci riempie di orgoglio e che vogliamo sottolineare e sottoscrivere in queste righe, perché, come azienda italiana, ci riguarda direttamente.
Questo ci rende incredibilmente orgogliosi e speriamo che in mezzo a tanta negatività, derivante dal periodo appena passato, ci sia qualcosa su cui lavorare e su cui ripartire.
W l’Italia!
Matteo Missaglia