Mercato finanziario delle imprese:
cosa ci si aspetta per il 2021?

Roberto Branchi Dottore Commercialista Partner di Unistudio Legal & Tax, storico partner di G.F. Europa.

Mercato finanziario delle imprese: cosa ci si aspetta per il 2021?

Come sarà il 2021? 

Il Vaccino riuscirà a favorire l’inversione di rotta dell’economia nazionale e mondiale? E quali saranno gli impatti sull’economia reale e sulle imprese in particolare? Sono domande che in questo periodo continuiamo a farci. Cosa si può notare dall’angolo di visione del commercialista che è il professionista più vicino alle aziende? I settori legati al turismo e ristorazione hanno e stanno subendo le più gravi difficoltà legate al lockdown. Il sostegno dello Stato in termini di cassa integrazione in deroga, riduzione parziale di affitti e contributi a fondo perduto ha mitigato solo in parte al problema. Su tale fronte si vede uno scenario molto variegato.

Diversi albergatori, che vedono una crisi del mercato del turismo strutturale, hanno messo in vendita le loro attività. Meno pessimisti i ristoratori grazie alla grande elasticità del loro business fatto di piccole realtà tutto sommato resilienti. Il settore industriale ha subito una flessione nei mesi del lockdown e nella maggioranza dei casi ha recuperato a fine anno buona parte delle perdite dei primi mesi. Meno fatturato complessivo per il 2020 ma risultati reddituali tutto sommato soddisfacenti grazie all’utilizzo della Cassa Integrazione. 

Ma soprattutto il doppio fenomeno, della moratoria sui mutui – che tutti hanno richiesto – e la concessione di nuova finanza garantita dal Medio Credito Centrale, ha fatto sì che la situazione finanziaria delle aziende fosse a fine anno 2020 addirittura migliore di quella dell’anno precedente.

Si assiste frequentemente al fenomeno nel quale il cliente chiede al fornitore uno sconto per pagamento immediato delle forniture. Il settore commerciale ha avuto e sta avendo l’accelerazione di un fenomeno che si ipotizzava da tempo con effetti devastanti sul settore retail per i piccoli negozianti. La spinta sulle vendite online ha rappresentato una grande opportunità per chi era già pronto per farlo o lo stava già facendo. Il piccolo negoziante ha subito e subirà sempre più quello che è inevitabile: l’erosione del mercato delle vendite tradizionali a favore delle vendite online.

Molti operatori hanno chiuso. Non riapriranno e nessuno prenderà il loro posto. Di contro la GDO alimentare ha incrementato i ricavi nel corso del 2020 e le aspettative di lieve flessione per il 2021 non riguardano il Discount per il quale è prevista una ulteriore crescita derivante dall’impoverimento della popolazione. Ma quello che trasversalmente si è notato è un cambiamento profondo e radicale degli imprenditori sotto l’aspetto morale. Storicamente abituati a considerare l’uso della cassa integrazione quale ultimo atto prima della chiusura dell’attività, costretti a utilizzarlo durante il lockdown, ora lo usano come leva economica per gestire le flessioni dei ricavi. La questione morale è ormai sdoganata e non è un fattore positivo per l’economia circolare.

“Ma quello che trasversalmente si è notato è un cambiamento profondo e radicale degli imprenditori sotto l’aspetto morale.”

Lo scenario appare quindi il seguente:

le aziende che nel passato riuscivano a galleggiare sul mercato:

a) hanno più liquidità di prima della crisi;

b) hanno la rigidità di non poter licenziare personale ma possono mettere in cassa integrazione velocemente e semplicemente con effetti migliorativi sui costi di struttura rispetto al passato.

c) Hanno una scarsa visibilità dei budget commerciali da parte dei clienti e sugli ordini creando incertezza sul fare nuovi investimenti; le aziende che erano già in una situazione di default e operavano come degli zombie del mercato:

a) hanno più ossigeno finanziario di prima della crisi avendo fatto la moratoria sui mutui.

b) Operano commercialmente come se fossero sane ma rappresentano un rischio di credito elevato per i loro fornitori 

c) Da ultimo il provvedimento “metadone” inserito nella legge di bilancio del 2021, che permette di sterilizzare fino al 2026 i provvedimenti di ricapitalizzazione quando le società hanno perso il capitale sociale, rappresenta una ulteriore proroga ad aziende che possono solo che creare problemi agli altri operatori. 

“L’unione di tanti vale più della somma delle individualità.”

Il sistema bancario:

Inondate di liquidità le banche, nel secondo semestre 2020 hanno riposizionato buona parte del rischio di credito addossandolo allo Stato tramite le garanzie del Medio Credito Centrale. Ora sono in attesa di sapere i reali impatti sul credito quando finirà il sostegno del governo alle aziende nel corso del 2021. Per fortuna l’attività di pulizia dei bilanci bancari iniziata nel 2012 ha consolidato il sistema bancario che è sostanzialmente solido e reggerà l’urto dei nuovi crediti deteriorati.

Il Governo Italiano:

Non pare in grado di cogliere in pieno la grande opportunità del Recovery Fund per fare finalmente delle riforme strutturali (burocrazia, giustizia, digitalizzazione, istruzione, infrastrutture ed evasione fiscale) necessarie per rilanciare l’Italia. La conseguenza probabilmente sarà una ulteriore perdita di fiducia sul sistema Italia da parte degli investitori soprattutto stranieri vedendo che l’Italia non ha utilizzato i fondi a debito per investimenti strutturali.

Un’Italia molto più indebitata, con gli stessi problemi e credibilità di prima della crisi. Grande speranza è riposta invece sulla detrazione del 110% per gli interventi edilizi. Il provvedimento ha le basi per essere un prodotto finanziario e quindi può, anche in situazione di incertezza come quella attuale, ridare spunto importante al settore trainante dell’edilizia. Dovrebbe essere snellita la burocrazia connessa, diversamente il rischio è che sia solo in parte un grande opportunità. 

Le persone:

il grado di povertà è drammaticamente in crescita ed è solo parzialmente mitigato dalla cassa integrazione in deroga. Quando finirà il sostegno migliaia e migliaia di persone si troveranno in gravi difficoltà. Esiste inoltre una parte della popolazione che ha grandi liquidità e che, per paura della crisi, non le investe e tenendole sul conto corrente non le immette nel sistema economico. Difficile pensare che ripartano i consumi in questa situazione di incertezza. Chi cambia l’auto perché esistono gli eco incentivi anche per il 2021? Probabilmente molto pochi.

“Grande speranza è riposta invece sulla detrazione del 110% per gli interventi edilizi.”

Cosa succederà nel 2021? 

Fino a quando il Governo sosterrà i lavoratori con la Cassa Integrazione probabilmente non succederà nulla. L’Italia continuerà a perdere un po’ di Pil e le imprese vedranno un 2021 in linea con il 2020. E’ possibile che il sostegno del Governo termini con il superamento della crisi acuta della pandemia, quindi fine estate 2021. Finito il sostegno ai lavoratori tramite la cassa integrazione le aziende in difficoltà cominceranno a licenziare. Se in quel momento il Governo avrà impostato il piano degli investimenti del Recovery Fund in modo credibile il sistema comincerà acquisire nuova fiducia e credibilità come negli anni post guerra. Se il Governo avrà solo in parte colto le sfide del rilancio l’Italia vedrà un’ulteriore e progressiva riduzione della capacità produttiva con conseguente impoverimento complessivo del nostro paese. 

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